RICOMINCIARE DALLA BELLEZZA – Maria Giangrande

Nel nostro beffardo presente, in bilico tra sfide e incertezze, ci può essere ancora un antidoto alla paura, alla malattia, al dolore? La risposta ce la rivela l’album dal titolo Ricomincio dalla bellezza di fra Gianni Mastromarino, il frate dall’anima blues che ha fatto della musica la cifra caratterizzante della sua vocazione.

Quel rimedio esiste ed è il solo che può lenire le ferite endemiche della storia e del cuore dell’uomo. È la “bellezza”: da lei scaturiscono non solo la cura e la guarigione individuale e planetaria, ma anche il senso e la direzione di ogni andare. Ma che cosa e esattamente la “bellezza”?

Fra Gianni ci guida a una comprensione profonda di essa proprio nel brano che da il titolo alla raccolta e lo fa con uno sguardo aperto a 360 gradi sull’esistente. Fin dalle prime note, la bellezza appare non come mero insieme di qualità percepibili attraverso i sensi, ma come mistero che abita in ognuno, che “fonda ogni cosa e ogni cosa fa nascere”. E, pian piano, essa viene abbozzata come origine stessa e filo conduttore della creazione: dal respiro di madre terra a quello dell’animo umano, da ogni manifestazione dell’arte ai buoni sentimenti del cuore; e la roccia che sorregge ogni cosa, la certezza prima quando tutto e in un inquieto divenire. Per questo custodisce la nostra umanità e chiede a sua volta di essere custodita come, con voce ferma e decisa, ci ricorda continuamente Papa Francesco.

Ma fra Gianni va ancora oltre e canta: “la bellezza conosce, libera, ama, rivela la verità”. Essa, quindi, e specchio di Dio, perché ne incarna e manifesta gli attributi più intimi e sostanziali. Non a caso San Francesco, nelle Lodi di Dio Altissimo, salmodia “Tu sei bellezza”. E, non a caso, esiste un legame etimologico intrinseco tra l’idea di bello e quella di bene: nel latino bellus, forma diminutiva di bonus, coincidono bellezza e armonia, ordine e bontà. La bellezza, declinata attraverso diverse sfumature, e anche il filo conduttore dell’intero album, che e l’ultimo sforzo discografico di fra Gianni (una raccolta di 28 tracce) ed esprime una maturità umana e artistica solida e completa. Esso è frutto della riflessione che ha contraddistinto il traguardo di cinquanta primavere e racconta con freschezza e intensità l’ascolto attento e fecondo di questo tempo, divenendo una vera e propria tappa da cui ripartire.

Tornano alcuni brani di produzioni antecedenti rivisitati secondo armonie e arrangiamenti nuovi: da Ogni attimo di vita a Dimmi cos’è, da Mendicanti di te a Il melograno abbatte il muro, da Tempo per rinascere a L’ala di riserva. Accanto a questi e oltre  a Ricomincio  dalla bellezza, sbocciano novità come  Canto dell’amore, Canzone dell’aurora, Il fuoco, che abbracciano temi quali la fede vissuta come sogno e promessa, il senso dell’esistenza, la solidarietà, l’essere “uno” con l’altro, il tempo umano (dal greco τὲμνω = divido, separo) e il suo dispiegarsi come parte dell’infinito.

L’esperienza musicale di fra Gianni dopo Ricomincio  dalla  Bellezza  si è protratta  con  la registrazione di due nuovi singoli: Mi chiamo Zaccheo e Salviamo il mondo. Nel primo brano, come  si deduce  dal titolo, il frate prende in considerazione la storia del pubblicano di Gerico che si converte e cambia vita nell’incontro con Gesù. Un auto-racconto, quindi, una presentazione dalla prospettiva  di quell’uomo ricco, piccolo di statura, che dall’alto di un sicomoro vede il Figlio di Dio, e si lascia incantare dal suo  invito:  Scendi subito, oggi devo fermarmi a casa tua. A quel piccolo uomo, fra Gianni dona la parola dopo  due millenni e gli fa dire il miracolo avvenuto nel suo animo. Suggestiva è la nuova l’interpretazione che ne fa il frate artista.  Alla voce melodica e originale, unita  al suono puro della sua chitarra, fra Gianni condisce il pezzo con una sana dose  di genuinità, cimentandosi nella realizzazione e programmazione di algoritmi sonori attraverso il supporto di innovativi sintetizzatori analogici, che rilanciano nella modernità musicale ciò che soltanto la melodia riesce ad esprimere.

Nel secondo brano il frate cantautore invoca un grido comune, che unicamente la musica riesce ad esprimere, trasportando con la melodia alle vette della verità. È il grido di chi si sente protagonista di un mondo  chiamato a recuperare la dignità della vita.  È un imperativo, più che un invito! Coraggio: Non c’è tempo da perdere, salviamo l’umanità. Troppe volte abbiamo taciuto l’ingiustizia a sfavore dei più deboli e troppe volte abbiamo parlato  con proclami  risolutori, senza alcun coinvolgimento fattivo. Ora serve difendere… – canta fra Gianni -, io non voglio si infanghi la tua, la mia dignità.

Ciò che non si può dire e ciò che non si può tacere, la musica lo esprime (Victor Hugo). Non sempre, in altre parole, si può dire ciò che si dovrebbe dire e non sempre si può tacere ciò che si dovrebbe tacere.

(Azione francescana – dicembre 2020)