“L’INGENUO VIAGGIARE” IL NUOVO CD DI FRA GIANNI MASTROMARINO – Antonio De Nigris

Definire tappa quest’ultimo lavoro – il terzo, dopo E gioia sarà (2001) e Adesso guarda il sole (2005) – di fra Gianni Mastromarino è quanto meno appropriato. L’ingenuo viaggiare è un disco particolare, un interessante mosaico di musiche e testi, tenuti insieme da un collante formidabile: la profonda e inconfondibile voce dell’attore-regista pugliese Sergio Rubini, qui impegnato nella lettura di stupende composizioni in versi partorite dalla fervida mente dell’autore.
Come in passato, fra Gianni è artefice delle musiche e dei testi dell’intero album, ad eccezione di due brani che esprimono una curiosa e fraterna collaborazione con fra Pio D’Andola, proficua di frutti melodici, prelibati.
Affiancato da validi musicisti, cantanti e cooperatori, fra Gianni accompagna l’ascoltatore in un viaggio, inteso in tutti i significati semantici che tale termine può avere. La fede e la gioia, sono sue partner e anche i suoi sostegni indispensabili: esse affiorano da ogni attimo del disco.
“Vivo se passo dopo passo avanzo nel mio viaggio” recita Rubini nel primo monologo, frase quanto mai ad effetto che riflette una meta ormai raggiunta: quella della maturità artistica.
È un viaggio interessantissimo che tocca, oltre le corde di ogni anima sensibile al bello e alia musica, anche diversi luoghi e situazioni musicali, espressi da una varieta di generi, dal pop al rock, dal beat alia classica, dal blues al jazz, dal funk all’elettronica. Mosaico e diversità sono, quindi, le parole adatte per descrivere questo CD, caratterizzato da una maturita musicale e da un’inventiva che davve­ro lo rendono unico nel panorama della musica religiosa e non.
Già a partire dal curatissimo art work del packaging, fatto di foto e immagini strettamente connesse col tema, l’ascoltatore e preso per mano e introdotto nel mondo musicale e umano di fra Gianni.
I testi e le musiche, sana ritratti funzionali dell’auto ed esprimono l’equilibrio raggiunto fino a qua, durante il viaggio delia sua vita; rivelano la forza della presenza di Dio nel cuore dell’uomo; esortano alla necessità di comunicare con Lui attraverso la contemplazione affrontano, impregnati di speranza, temi sociali che turbano l’esperienza umana; trasmettono realmente la gioia di vivere.
L’innamorato Giacomo, 13° traccia del cd, è il brano dedicato al Beato proveniente dalla Croazia, venerato a Bitetto. E una ballata, dai toni misticheggianti, donati dal cora di giovani frati francescani che accompagnano fra Gianni con singolare armonia. E una canzone che meriterebbe il confronto con le migliori produzioni della musica dei grandi autori mondiali. L’intensità è la ritmica cadenzata della strofa, si alternano all’ esultanza del ritornello. I testi fanno ben comprendere chi fosse quell’umile ometto dal nome Giacomo, santificatosi nella terra del barese: il Beato Giacomo. Questa lirica è preceduta da Voglio essere umile una composizione in versi, interpretata da Sergio Rubini, altrettanto intensa ed emozionante, che evidenzia quanto la santità può e deve divenire contagiosa, nel desiderio, oggi arduo, di vivere in umiltà: la virtù che può comparire anche da ciò che più è reputato insignificante.
Altra peculiarità di questo lavoro è la ripresa di tre “vecchie” composizioni dell’autore, tratte dal suo primo lavoro E gioia sarà, del quale ricorre il decennale, rese totalmente nuove da arrangiamenti inediti. Nonostante il titolo di quest’album, il “,viaggio che l’ascoltatore vive. durante l’ascolto, non è affatto ingenuo. Prima si usava la parola mosaico: esso raggiunge un senso quando è completò, ossia
quando tutte le tessere sono alloro posto; Ia stessa cosa vale per questo sorprendente lavoro artistico, il quale e composto di esperienze e suoni diversi, che raggiungono un senso e una completezza quando sono visti nell1nsieme;nonostante ogni singola esperienza – in questo caso, in ogni singolo brano e/o composizione in versi, ha un significato a sé stante e importante per sé.
Ben vengano, quindi, lavori originali come questo, dotati di carisma, personalità e inventiva. Dice fra Gianni, a ragione, nell’introduzione al suo lavoro: “Raccontare, condividere e Ia conseguenza più spontanea e feconda di un viaggio, e il significato più rimarchevole dell’esperienza, un’eredità: Bene, lui in questo intento, con questo Cd ci è riuscito alla gran­de!

(il Beato Giacomo – gennaio 2021)