INTERVISTA DI GRUMONLINE.IT A FRA GIANNI MASTROMARINO

Da giugno 2011  è disponibile l’album del frate di Grumo Appula, fra’ Gianni Mastromarino, “L’ingenuo viaggiare”, con la partecipazione del grumese Sergio Rubini.

Conosciamo meglio Giovanni Mastromarino, nato a Grumo Appula nel 1969, dal 1994 fra’Gianni.
Innanzitutto, come e quando è nata questa vocazione per il canto e per la musica?
Pace e Gioia!
La passione per il canto e la musica l’ho vissuta da subito, piccolissimo, mi piaceva cantare e soprattutto ascoltare non solo le canzoni dello “Zecchino d’oro” ma anche quelle che ascoltavano gli adulti, e immaginarmi sul palco di un concerto, come i grandi musicisti.

Agli inizi degli anni ’90 lei si è unito a uno storico gruppo di Grumo Appula, gli Stratos. Come è andata questa avventura insieme e come mai è terminata?
È stata una piacevole esperienza perché fondata sull’amicizia, la passione e la condivisione. Abbiamo suonato molto e in diversi contesti. Con loro ho imparato ad adattarmi a qualsiasi genere musicale, a saper trarre gusto e beneficio anche da ciò che non sentivo particolarmente legato al mio stile. Ho lasciato gli Stratos quando ho intrapreso la vita religiosa.

Nel 1994 intraprende l’esperienza vocazionale francescana tra i frati minori della Provincia S. Michele Arcangelo di Puglia-Molise. Come è possibile far convivere contemporaneamente queste due vocazioni?
Credo che qualsiasi passione autentica non possa scomparire del tutto nella vita, anche se si reprime, arriverà il momento in cui riemergerà. L’arte, in ogni sua forma, l’ho sempre vista come un dono di Dio, un talento da far fruttificare. Non so cosa sarebbe la mia vita senza la musica che mi fa cantare la vita, le meraviglie di Dio.
Non è difficile che l’attitudine all’arte e l’esperienza di consacrazione convivano. L’uomo in ogni momento e condizione della sua vita deve impegnarsi ad essere artista.
Papa Giovanni Paolo II, nella Lettera agli artisti dice: “Ad ogni uomo è affidato il compito di essere artefice della propria vita: in un certo senso, egli deve farne un opera d’arte, un capolavoro”… inoltre ho imparato un pensiero di Beethoven: “Il compito dell’artista e quello di alleviare le sofferenze dell’umanità”; quale legame o convivenza, potrebbe rivelarsi più azzeccato se non quello tra vocazione religiosa e vocazione artistica? Ringrazio Dio per avermele donate entrambe!

Nel luglio 2001 esce il suo primo lavoro discografico intitolato “E gioia sarà” contenente 12 canzoni in diversi generi: rock, blues, funky, folk, swing, pop. Da dove è nata l’idea di incidere un album tutto suo?
La creatività deve essere condivisa. L’idea di comporre canzoni solo per una personale soddisfazione mi avrebbe reso egoista. Dopo aver usato alcuni miei brani per delle iniziative di incontro tra giovani francescani, ho conosciuto una rock band di ispirazione cristiana e francescana. Abbiamo iniziato a provare insieme, abbiamo suonato in tante e varie occasioni, tra le quali la Giornata Mondiale della Gioventù di Roma, nel 2000, poi l’idea di realizzare un cd che contenesse il lavoro vissuto insieme. Ho chiesto il consenso e la benedizione ai superiori e il progetto è partito.
Per la registrazione, il coinvolgimento si è allargato ad altri giovani musicisti che con la loro esperienza hanno ampliato, ancor di più, la mia semplice prospettiva e l’hanno arricchita con il proprio stile.

A settembre del 2002 viene ordinato sacerdote proprio nella sua Grumo Appula, tre anni dopo esce il secondo album, “Adesso guarda il sole”, e inizia anche un tour per tutta Europa. Come è andata e qual è stata l’esperienza più bella di questo viaggiare per varie città italiane ed europee?
Dire “tour” è un po’ esagerato. Ci hanno contattato per incontri di evangelizzazione tra i giovani, qua e là per l’Italia. Abbiamo viaggiato in due auto e un pulmino affittato, e tutte le esperienze sono state circostanze positive di fraternità e gioia. Accolti sempre con grande entusiasmo, in ogni luogo abbiamo assaporato non solo le prelibatezze locali ma anche la bontà della gente, la sete di Dio che c’è in ognuno e che può emergere anche grazie all’ascolto di una canzone. Quasi sempre abbiamo condiviso, la celebrazione eucaristica e i momenti di agape con gli abitanti del posto.
Poi la sorpresa di essere scelti per una serata durante la GMG del 2005 a Dusseldorf in Germania. Ci siamo esibiti dinanzi un numeroso pubblico di giovani stranieri, per lo più americani, inglesi e ragazzi dell’est Europa. È stato commovente constatare la partecipazione e l’entusiasmo di tutti.

Dal 18 giugno 2011 è distribuito in tutte le migliori librerie cattoliche di Italia il suo ultimo capolavoro con la collaborazione di Sergio Rubini: “L’INGENUO VIAGGIARE”. Da dove è nata la collaborazione con Sergio Rubini e come vi siete conosciuti?
Sergio lo conosco da quando avevo due anni, perché abitavamo sullo stesso stabile in una bella via nel centro di Grumo. Tra la sua famiglia e la mia c’è sempre stata grande amicizia e stima. Ho sempre guardato a lui come a un fratello maggiore, fino a che è partito per intraprendere la sua affascinante carriera. Abbiamo ripreso a sentirci, a vederci e a collaborare da qualche anno, grazie alla disponibilità che ha concretizzato nel dirigere laboratori per giovani aspiranti attori, che l’associazione “ProgettoGiovani&Arte Giovanni Paolo II”, di cui sono presidente, ha organizzato. La nostra amicizia si è molto consolidata. Con timidezza, gli ho proposto di interpretare alcune composizioni in versi che ho scritto per mio nuovo lavoro; ha accettato e il risultato è stato eccellente, la profondità della sua voce dà ai miei scritti un valore indefinibile. Ricordo che durante la registrazione, la leggera tensione del momento si è trasformata in esultante gioia.

Nell’ultimo cd ci sono 20 brani. Di cosa parlano, e che genere sono?
Sono 14 canzoni e 7 composizioni in versi che evidenziano il mio percorso, la mia visione del mondo, il mio rapporto con Dio, con il creato e con i fratelli.
Chi ascolterà si immergerà in un insieme di suoni, di atmosfere, di sensazioni, di colori, in una sorta di contaminazione tra le diversità di genere musicale.
“L’ingenuo viaggiare” è una sintesi del mio diario di viaggio fatto di appunti e immagini.
È un prodotto finito, ma che apre a prospettive nuove.

Attualmente si trova ad Andria. Le capita spesso di venire a Grumo? Quanto le manca il suo paese natale?
Vivo la lontananza da Grumo con estrema serenità, spesso ci torno ma solo per brevi momenti in famiglia, qualche volta per qualche celebrazione. Di tanto in tanto sento gli amici più cari, a volte mi vengono a trovare o ci vediamo in situazioni particolari.
Mi stizzo un po’ quando dicono che i grumesi sono “volda’ giacchett”, ma poi sorrido perché chissà, mi chiedo: forse è vero?
Spesso, soprattutto in passato, nei primi anni di percorso vocazionale, le realtà nelle quali mi sono trovato, mi han dato modo di constatare che Grumo, non è inferiore a nessun altro paese e che non vi si sta male, come alcuni dicono. Ormai la lamentela è routine e spesso riguarda il posto in cui si vive… “l’ erba del vicino è sempre più verde”. Ma Grumo ha delle suggestive e preziose tradizioni, è un paese generoso, è una realtà in cammino che tutti i cittadini devono impegnarsi a migliorare; almeno così l’ho vissuto. Sono “fiero” di essere grumese!

Le capita di leggere notizie di Grumo Appula attraverso la nostra testata giornalistica Grumonline.it?
Purtroppo no. Approfondirò e la inserirò nella barra dei preferiti sul computer, così ogni tanto le darò un’occhiata.
Un abbraccio e una benedizione a tutti i miei compaesani!
Grazie per questa possibilità!
(Grumonline.it – estate 2011)